DIETA CHETOGENICA E MALATTIE NEUROLOGICHE
Come descritto fino a qui, la dieta chetogenica si dimostra efficace nel trattamento dell’
epilessia resistente ai farmaci e può essere utile nel trattamento di disturbi metabolici come
obesità,
sindrome metabolica e
diabete tipo 2.
In
neurologia da alcuni studi emerge la sua potenziale utilità nelle malattie neurodegenerative soprattutto
SLA,
Alzheimer,
Morbo di Parkinson e
Sclerosi Multipla (SM).
Vediamolo nello specifico.
SLA
I principali meccanismi patogenetici alla base dello sviluppo della
SLA sono un eccesso di radicali liberi, la neurotossicità di alcuni neurotrasmettitori e una ridotta capacità antiossidante che portano ad una ridotta funzione della membrana dei mitocondri e della loro attività con un possibile cambiamento del bilancio energetico.
La dieta chetogenica
riduce l’ipereccitabilità e
migliora la capacità antiossidante,
ristabilisce la funzionalità del complesso mitocondriale 1 (la cui attività è ridotta nei pazienti SLA) e
regola la risposta allo stress nei mitocondri attraverso un aumento delle sirtuine, proteine che prevengono la disfunzione mitocondriale.
studi su modelli animali è stato visto che con la dieta chetogenica c’è una
maggiore sopravvivenza dei motoneuroni e un miglioramento della funzionalità motoria (soprattutto nella forma SOD1).
ALZHEIMER
Il declino cognitivo dei pazienti con
Alzheimer è dovuto ad una riduzione progressiva della funzionalità delle sinapsi con conseguente perdita di neuroni in alcune aree del cervello, tra cui l’ippocampo (area deputata alla memoria a breve termine, all’apprendimento, alla memoria spaziale e all’orientamento).
Negli anni sono stati scoperti vari meccanismi patogenetici alla base di queste alterazioni.
Quello più noto è l’accumulo della
proteina Tau e dei suoi neurofilamenti e della
proteina ꞵ amiloide nel cervello che porta a infiammazione cronica, aumento dello stress ossidativo,
disfunzione mitocondriale e alterazione dell’attività cerebrale.
A livello metabolico, l'Alzheimer è associato a
insulino resistenza nel cervello (in alcuni casi è stato anche definito, per questo, diabete di tipo 3), all’
accumulo dei prodotti di glicazione avanzata (AGE) legato all’avanzare dell’età (processo che nell’Alzheimer risulta più veloce) e ad
alterazioni del metabolismo del glucosio, con riduzione del suo utilizzo e dei suoi trasportatori (GLUT 1, GLUT 2 e GLUT 3).
La dieta chetogenica potrebbe agire su queste alterazioni metaboliche poichè porta ad un
minor utilizzo del glucosio a livello cerebrale, alla
riduzione dell’insulino resistenza e ad un
miglioramento del metabolismo mitocondriale.
Su alcuni
modelli animali si è visto un
miglioramento dell’apprendimento e della memoria con
riduzione delle proteine Tau, ꞵ amiloide (e delle relative placche) e un
miglioramento dei sintomi motori.
Negli
studi sui pazienti (con un numero di soggetti comunque basso) si è visto un
miglioramento della funzione cognitiva e della memoria (soprattutto con supplementazione di acidi grassi a media catena MCT).
Nei pazienti con mutazione ApoE4 è presente una minore attività mitocondriale e la dieta chetogenica potrebbe essere meno efficace.
MORBO DI PARKINSON
La principale causa dello sviluppo del
Parkinson è la perdita dei neuroni dopaminergici della substantia nigra che potrebbe essere causata dalla ridotta attività del complesso mitocondriale 1.
I corpi chetonici non utilizzano questo sistema fornendo così ai neuroni una fonte energetica alternativa, migliorando la funzionalità mitocondriale.
Nei
modelli animali si è visto che l’infusione di ꞵ-idrossibutirrato riduce la degenerazione dei neuroni dopaminergici, mentre la dieta chetogenica
riduce la neuroinfiammazione,
migliora i sintomi motori e
la produzione di dopamina.
Negli
studi sui pazienti si è visto che la dieta chetogenica seguita per brevi periodi (1-2 mesi)
può avere un effetto neuroprotettivo,
migliorare i sintomi motori e non motori (tra cui ansia, memoria a breve termine, fluenza verbale e qualità della voce) e
ridurre il peso e altri parametri metabolici (circonferenza vita, emoglobina glicata, insulinemia, colesterolo HDL, glicemia) con minor rischio cardiovascolare.
SCLEROSI MULTIPLA
La
sclerosi multipla (SM) è una patologia neurodegenerativa di origine autoimmune che colpisce la guaina mielinica dei neuroni cerebrali e del midollo spinale alterando la trasmissione del segnale nervoso.
A differenza della SLA, dell’Alzheimer o del Parkinson, ha una maggiore incidenza nella popolazione giovane (20-30 anni).
Può presentarsi in forma
recidivante-remittente (con fasi di malattia acuta e fasi di benessere),
secondariamente progressiva (evoluzione della precedente con aumento progressivo della disabilità) o
primariamente progressiva(costante peggioramento dei sintomi con poche recidive) e i sintomi più comuni sono sensazione di formicolio, debolezza degli arti, problemi di equilibrio, stanchezza (
fatigue), vertigini, disturbi visivi e disestesia (alterazione del senso del tatto).
Molti studi hanno evidenziato che la dieta chetogenica
potrebbe ricostruire e riparare la guaina mielinica tramite l’aumento di fattori neurotrofici,
può avere un effetto neuroprotettivo e
ridurre i sintomi dell’autoimmunizzazione.
Negli
studi su pazienti si è riscontrata una
riduzione dei neurofilamenti a catena leggera (sNfL, marcatore di danno neuronale) nei pazienti con la forma recidivante-remittente e un
miglioramento della disabilità neurologica, della qualità di vita, della depressione, della neuroinfiammazione e della fatigue.
In conclusione possiamo dire che
la dieta chetogenica può essere utile nei pazienti con malattie neurologiche?
Analizziamo i pro e i contro.
I suoi potenziali effetti sono:
● fornisce una fonte energetica alternativa in presenza di ipometabolismo cerebrale perchè
i corpi chetonici possono essere metabolizzati a livello cerebrale in caso di carenza di glucosio●
ripristino dell’integrità della barriera ematoencefalica (per aumento dei trasportatori MCT e GLUT)
●
riduzione del danno ossidativo e della produzione di radicali liberi con aumento dell’attività antiossidante
●
miglioramento del metabolismo dei mitocondri con conseguente miglioramento del metabolismo cerebrale e neuronale (per aumento dell’ATP, molecola che fornisce energia alle cellule)
●
promozione della formazione di mitocondri nell’ippocampo
● aumento delle proteine disaccoppianti UCP (con
aumento della resistenza dei neuroni al danno ossidativo)
● aumento degli acidi grassi polinsaturi omega 3 a livello cerebrale con
miglioramento dei processi cognitivi e della funzionalità delle sinapsi●
riduzione dell’apoptosi(morte) cellulare
●
riduzione della risposta neuroinfiammatoria per riduzione delle citochine, dei markers infiammatori e della risposta della microglia
●
protezione dall’infiammazione ed effetto neuroprotettivo per aumento dei fattori neuroprotettivi e per aumento dell’autofagia (rimozione di componenti cellulari danneggiati, come gli aggregati di proteine e i mitocondri danneggiati)
●
riduzione dell’esotossicità per aumento della conversione del glutammato in glutammina e della sua trasformazione in acido gamma aminobutirrico (GABA)
Di contro va considerato che:
●
i pazienti neurologici sono a maggior rischio di malnutrizione e spesso non riescono ad avere un apporto energetico sufficiente (per la presenza di disfagia, anosmia, aprassia e disordini del comportamento alimentare). La dieta chetogenica potrebbe peggiorare questi aspetti per l’anoressia indotta e il catabolismo e la ridotta sintesi proteica
●
non è ancora chiaro il preciso meccanismo d’azione della dieta chetogenica sulle malattie neuromuscolari
●
non ci sono studi sugli effetti a lungo termine sui pazienti
● ci sono
molti studi su modelli animali e pochi studi su un numero congruo di pazienti
Per concludere possiamo dire che
valutando i pro e i contro della dieta chetogenica il suo utilizzo nei pazienti neurologici va valutato caso per caso, considerando il loro stato clinico e nutrizionale, soprattutto in caso di soggetti anziani.
E' consigliato un
piano nutrizionale personalizzato che si adatti alle esigenze specifiche di ogni paziente.
Per definire meglio l’efficacia dell'utilizzo a scopo terapeutico della dieta chetogenica nelle malattie neurologiche descritte sono necessari ulteriori studi, soprattutto a lungo termine e con un maggior numero di pazienti.
In questa infografica c’è un riassunto degli effetti della dieta chetogenica nelle malattie neurologiche descritte.