PERCHÉ E QUANDO SI RICORRE ALLA PEG
Quando la funzione deglutitoria viene meno, le quantità assunte per bocca non sono più sufficienti a coprire il fabbisogno nutrizionale del paziente e c’è rischio o presenza di malnutrizione è necessario ricorrere alla
nutrizione enterale (NE) attraverso la
gastrostomia percutanea (PEG).
Dato che la NE è di lunga durata si deve fare ricorso alla Nutrizione Artificiale Domiciliare (NAD) che fornirà al paziente la formula più adatta, dopo una valutazione da parte del team nutrizionale che definirà la quantità, la velocità e le modalità di somministrazione e darà informazioni sulla gestione della PEG e sulla somministrazione dei farmaci.
La PEG non esclude l’alimentazione per os perché, se svolta in sicurezza, può essere utile ad integrare l’apporto calorico e idrico o può essere utilizzata a scopo edonistico.
Va ricordato che la nutrizione artificiale è una terapia medica e la scelta del posizionamento della PEG è del paziente. Lo specialista è tenuto a illustrare i benefici e i rischi di questo tipo di nutrizione e a fornire alternative in caso il paziente scelga di non effettuarla.
I
parametri clinici e nutrizionali indicativi per il posizionamento della PEG sono:● disfagia severa e impossibilità di alimentarsi in sicurezza ● lunga durata dei pasti (>30’) con rischio di scarso apporto ● perdita di peso (>10% negli ultimi 6 mesi) ● BMI <18,5 ● ridotta funzionalità respiratoria (si raccomanda di posizionare la PEG quando il valore di FVC (capacità vitale forzata), è superiore al 50%)
Dopo il suo posizionamento vanno valutati l’eventuale comparsa di complicanze e la tolleranza del paziente al piano nutrizionale.
Nei pazienti più critici e con un valore di FVC <50% può essere utilizzata la
RIG (gastrostomia inserita per via radiologica). I criteri di scelta della RIG sono:● lo stato della funzione respiratoria ● la condizione clinica ● controindicazioni di tipo anatomico ● disponibilità della struttura ospedaliera ● la possibilità di seguire il paziente nel follow up
In caso di reflusso gastroesofageo, alto rischio di aspirazione, pregressi ad ingestis o se lo stomaco non è accessibile (per gastroparesi o ostruzione gastrica) è indicata la
digiunostomia.
Nel caso in cui la nutrizione enterale tramite PEG sia controindicata o non accettata dal paziente, vanno valutati i rischi e i benefici della
nutrizione parenterale domiciliare o del suo utilizzo in fase acuta.
Le formule che vengono utilizzate per la NE sono spesso
formule standard (1 Kcal/ml) o
formule più concentrate in energia (1,5 Kcal/ml). La scelta viene fatta in base al fabbisogno (
25-30 Kcal/kg e
0,8-1,2 g proteine/kg/die), alla tolleranza da parte del paziente e la velocità di infusione.
Una
formula specifica per i pazienti affetti da SLA al momento non è presente in commercio. La formula ideale dovrebbe avere: ● un
contenuto di energia elevato per ridurre i tempi di infusione e ridurre il carico di liquidi ● un
maggior contenuto di grassi rispetto ai carboidrati per ridurre la produzione di anidride carbonica (problema dovuto alla ridotta funzione respiratoria) ● un
buon rapporto tra acidi grassi omega 6/omega 3 (2:1 o 2,5:1) per modulare lo stato infiammatorio ● un
alto contenuto di antiossidanti per contrastare il danno ossidativo ● un
limitato contenuto di ferro per evitarne l’accumulo ●
fibre per prevenire la stipsi
Le modalità d’infusione più utilizzate sono quella a boli, per gravità o continua con nutripompa (a velocità costante). Si consiglia di cominciare a basse velocità (20-40 ml/h) per i primi due giorni, con aumento graduale (5-20 ml/h in base alla tollerabilità gastrointestinale) fino al raggiungimento della quota calorica prescritta e della velocità più tollerata (da 80 ml/h fino a 120 ml/h).
Come già spiegato nell'
articolo riguardante la fase iniziale, il paziente SLA con PEG (o altra via di somministrazione di NA) va monitorato per prevenire o minimizzare le complicazioni, valutare l’efficacia della terapia nutrizionale e per adeguarla alle variazioni cliniche che si possono presentare.
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In alternativa alle formule industriali c'è la possibilità di utilizzare
formule casalinghe omogeneizzate (preparate con cibo naturale).
Queste preparazioni devono avere caratteristiche precise e per il loro utilizzo e somministrazione si deve porre attenzione ad alcuni aspetti:● devono avere una
consistenza liquida (omogenea e non viscosa) ed essere
senza fibre (possono essere date separatamente) per evitare l’ostruzione della sonda ● il diametro della sonda è di 2-3 mm e deve essere risciacquata con 30 ml d'acqua ogni 4 ore di infusione ● le preparazioni non vanno cucinate ma, se necessario,
possono essere pastorizzate per prevenire la contaminazione batterica e refrigerate dopo la preparazione (max 7°C)● se vengono somministrate in modo continuo i contenitori non dovrebbero stare più di 6 ore fuori dal frigorifero ● possono essere
somministrate solo tramite PEG o sondino naso gastrico (per le infusioni in duodeno o digiuno vanno utilizzate formule sterili) ● hanno sempre una
densità calorica e di nutrienti inferiore a causa delle diverse fonti di alimenti non standardizzate per cui il volume somministrato è maggiore e c’è il
rischio di non coprire il fabbisogno● va posta attenzione all'
igiene durante le fasi di preparazione per evitare infezioni intestinali, soprattutto nei pazienti più fragili ● con alcune
fonti proteiche come latte in polvere, carne tritata, albume e piselli ci potrebbe essere
ostruzione della sonda (per il diametro delle particelle o per la coagulazione delle proteine a contatto con i succhi gastrici),
rischio di infezioni alimentari o
diarrea (da eccesso di lattosio) ● riguardo le
fonti lipidiche gli
oli vegetali (tra cui l’olio d’oliva)
non vanno mescolati con gli altri nutrienti, il loro apporto massimo è il 40% della calorie fornite da grassi e necessitano dell’aggiunta di vitamine liposolubili, i
grassi animali (panna e tuorlo) sono ricchi di acidi grassi saturi e colesterolo e
potrebbero ostruire la sonda, mentre le
emulsioni a base di soia sono
solubili in acqua e possono essere usate per aumentare il contenuto calorico della formula ● le
fonti di carboidrati nella maggior parte dei casi sono
più solubili in acqua (come le maltodestrine, lo sciroppo di glucosio e gli zuccheri sucrosio, lattosio e fruttosio), a differenza dell’amido (sia che venga utilizzato cotto o crudo) ● le
vitamine e i
minerali vanno diluiti in acqua e somministrati ogni giorno, con risciacquo della sonda con 30 ml d’acqua prima, durante e dopo, mentre sodio e potassio possono essere dati solo in caso di carenza.
Le formule preparate con alimenti naturali
non dovrebbero essere la prima scelta per i pazienti che necessitano di NE continua e a lungo termine, poiché
la loro composizione, a differenza delle formule industriali,
non è ben definita in macro e micronutrientie
sono ad alto rischio di contaminazione e ostruzione, oltre ad avere un costo in termini di tempo per la loro preparazione.
INDICAZIONI PRATICHE
Vediamo come affrontare le
difficoltà di gestione della PEG e la
comparsa di alcuni disturbi legati alla formula o alla modalità di somministrazione della NE tramite PEG:1. se la
sonda è ostruita la si può fare un
lavaggio a pressione con dell’acqua 2. in caso di
nausea o
vomito (dietro consiglio dello specialista) si può
cambiare formula (ipolipidica, isotonica o ipercalorica),
ridurre la velocità di infusione a 20-25 ml/h,
preferire l’infusione intermittente o
passare ad una infusione post-pilorica3. in caso di
gonfiore addominale è consigliato
valutare con lo specialista il tipo di formula (scegliendone una isosmolare) e
la velocità di infusione che può essere eventualmente ridotta. Se il paziente conserva ancora la capacità di deglutizione
si può ricorrere anche all’utilizzo di fermenti lattici e possono essere utilizzati dei procinetici (prescritti dal medico) 4. in caso di
diarrea si può
ridurre la velocità di infusione o
sospenderla momentaneamente, eventualmente si può
cambiare il tipo di formula (isotonica, con fibre idrosolubili o, se c’è malassorbimento, elementare a base di peptidi o con acidi grassi MCT) (si consiglia di valutare con il medico eventuali farmaci che possono causare diarrea o la presenza di intolleranza al lattosio)5. in caso di
stipsi si può
usare una formula con fibre (se non ci sono controindicazioni) ed
aumentare l’apporto d’acqua (almeno 1 ml/Kcal)6. in caso di
reflusso gastroesofageo si consiglia di
ridurre la velocità di somministrazione e
somministrare la miscela in posizione semiseduta7. in caso di
vomito o
rigurgito si deve
fare attenzione all’entità del rigurgito (se c'è materiale estraneo alla miscela) e
al posizionamento del paziente (che deve avere il busto inclinato di 30° e decubito laterale),
ridurre la velocità di infusione ed
utilizzare formule semielementari